L’espressione “Libretto di Risparmio” viene in realtà spesso utilizzata impropriamente per riferirsi al Deposito a Risparmio, che rappresenta il prodotto più tradizionale utilizzato dalle banche per la raccolta del risparmio. Il deposito a risparmio è caratterizzato solitamente dalla presenza del libretto di risparmio, documento rilasciato dalla banca al depositante sul quale vengono registrate progressivamente le diverse operazioni e la cui presentazione allo sportello è necessaria per l'effettuazione delle operazioni stesse.
Il libretto di risparmio può essere nominativo, oppure al portatore. Nel primo caso, il libretto riporta le generalità di uno o più titolari, i quali sono i soli ad avere facoltà di operare. Nel caso di un libretto al portatore, l'operatività è consentita a chiunque presenti materialmente allo sportello il libretto stesso. Nei libretti al portatore l'importo del deposito a risparmio non può eccedere i 1.000,00 euro (DL 6.12.2011 n. 201).
Il deposito a risparmio può essere libero oppure vincolato. Un deposito libero presenta una possibilità illimitata di operare da parte del titolare o del portatore, senza alcun limite che non sia quello dell'effettiva disponibilità, mentre un deposito vincolato appone sulle somme depositate un vincolo temporale, ovvero la necessità che i fondi rimangano depositati per un certo lasso di tempo prima di poter essere prelevati dal titolare o dal portatore. A fronte di questa limitazione, le banche concedono un tasso d'interesse superiore a quello sul deposito libero.