Il rating è un giudizio di sintesi sul grado di affidabilità
dell’impresa utilizzato per valutare il grado di rischio di titoli finanziari
(Titoli di Stato o obbligazioni emessi da Stati sovrani o imprese private).
Esso sintetizza il merito creditizio dell’emittente, ed indica se l’obbligazione
(o un altro strumento finanziario di debito), verrà ripagata secondo i termini
contrattuali. Esprimendo un giudizio sul merito creditizio, in sostanza esprime
un giudizio sul rischio dell’emittente stesso.
È una valutazione su una scala predeterminata, generalmente
espressa in lettere e/o simboli, emessa da apposite agenzie, che valuta la
solvibilità di un ente e la sua capacità di ripagare il debito
(oppure, esaminando la questione dal punto di vista opposto, la probabilità
di default o fallimento dell’ente stesso).
Il mercato stabilisce un premio per il rischio da richiedere a
chi emette titoli di debito per accettare quel determinato investimento. Al diminuire
del rating aumenta il premio per il rischio richiesto e l’emittente deve quindi
pagare uno spread maggiore
– differenziale maggiore - rispetto al tasso che sarebbe richiesto in assenza
di rischio, o risk-free rate (per fare un esempio piuttosto semplice
da cogliere, i titoli di Stato tedeschi, o
Bund, sono considerati a bassissimo rischio, praticamente nullo, mentre
i titoli di Stato italiani sono considerati ben più rischiosi:
il differenziale di rischio viene espresso dal rating del nostro Paese e si manifesta
nello spread che i BTP
scontano rispetto ai Bund).
Le agenzie di rating
possono emettere valutazioni autonomamente, senza bisogno di mandato da parte dell’ente
valutato, e solitamente lo fanno per gli Stati sovrani e per le
aziende di maggiore dimensione: l’emissione del rating aumenta
il prestigio dell’agenzia, che non può permettersi
di non analizzare determinati enti emittenti debito. Le aziende di dimensione
minore, invece, se vogliono essere analizzate devono fare richiesta
esplicita ad una delle agenzie di rating (lo fanno nei casi in
cui devono rivolgersi al mercato per finanziarsi oppure nel caso in cui il rating
viene considerato molto importante dai propri stakeholder).
Ottenuto l’incarico, l’analista dell’agenzia comincia ad studiare
le informazioni pubbliche dell’ente analizzato, studia i
fondamentali economici e finanziari, ed incontra i manager per
raccogliere le informazioni a lui necessarie. Terminato questo lavoro, entra in
gioco un comitato dell’agenzia, ovvero un organo collegiale,
che valuta il materiale raccolto ed esprime un giudizio sintetico sotto forma di
rating.
Il rating viene quindi pubblicato e reso noto al mercato
(l’azienda valutata può chiedere di non rendere pubblico il rating:
può farlo solamente nel caso l’analisi sia stata effettuata dietro
mandato, ed ovviamente lo farà solamente se il rating dovesse essere poco
lusinghiero).
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Per saperne di più sull’emissione del rating:
Per orientarsi meglio all’utilizzo del rating:
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